PATOLOGIA ARTERIOSA

Arteriopatia ostruttiva cronica degli arti inferiori
a) L'arteriopatia obliterante periferica o malattia occlusiva delle arterie periferiche è una condizione medica in cui vi è una lesione ostruttiva localizzata a valle delle arterie renali, con ipoperfusione degli arti inferiori. L'eziologia è nella grande maggioranza dei casi di natura aterosclerotica. Placche ateromasiche tendono a localizzarsi con frequenza significativa a livello delle arterie che vascolarizzano gli arti, e particolarmente gli arti inferiori.
Le sedi maggiormente colpite sono rappresentate dalle arterie iliache comuni, dalle arterie femorali (più spesso a livello del canale degli adduttori), mentre le arterie poplitee sono generalmente risparmiate al di sotto dell’origine dei loro tre rami principali. Più distalmente vengono interessate le arterie tibiali posteriori e le tibiali anteriori alla loro origine.

Secondo la classificazione di Leriche-Fontaine si può suddividere in 4 stadi:

b) Patologia aneurismatica Per aneurisma (dal gr. ἀνεύρυσμα "dilatazione"; franc. aneūrisme; spagn. aneurisma; ted. Aneurysma; ingl. aneurysm). s'intende una dilatazione, per un tratto più o meno circoscritto o diffuso, del calibro di un'arteria, prodotta da processi morbosi che, ledendo innanzi tutto la tunica media (muscolare) dell'arteria, compromettono l'elasticità e la resistenza che il vaso oppone alla pressione cardiovascolare. Il trattamento degli aneurismi può essere classificato essenzialmente in:
- Vigile osservazione
- Trattamento chirurgico in open
- Trattamento endovascolare
Ovviamente l’iter procedurale non va scelto a caso ma si deve tener conto di numerosi attori che possono controindicare l’intervento chirurgico o condizionare il trattamento in emergenza o in elezione, tra cui i più importanti sono:
- la morfologia
- condizioni cliniche del paziente
- la presenza di comorbidità
Bisogna inoltre conoscere il tipo di lesione e le caratteristiche dei circoli anastomotici, nonché l'anatomia del vaso a monte ed a valle dell'aneurisma: non sempre risulta possibile, tuttavia, essendo assai frequenti i casi di presentazione acuta (rottura), in cui l'instabilità emodinamica del paziente impone l'intervento immediato.

c) Ateromasia carotidea Così come succede agli arti inferiori anche i tronchi sovra aortici possono essere interessati da stenosi causate nella maggior parte dei casi da placche ateromasiche. La maggior parte dei pazienti con restringimento moderato (stenosi inferiore a 50%) della carotide non ha alcun sintomo. La placca ateromasica può determinare l’indurimento ed il restringimento della parete interna della carotide, facilitando l’accumulo di trombi, fino alla chiusura lenta e completa della carotide. Molte volte un restringimento maggiore della carotide (stenosi superiore a 50%) con o senza distacco di emboli può determinare un sintomo improvviso ed acuto neurologico che può essere temporaneo TIA (attacco ischemico transitorio) o, ancor peggio, permanente (Ictus). L’ecocolor-Doppler dei tronchi sovraortici, purché validato e quindi di affidabilità controllata, è indicato quale esame di primo impiego allo scopo di selezionare i pazienti candidati alla chirurgia della carotide.
PATOLOGIA VENOSA

Insufficienza venosa degli arti inferiori
L’insufficienza venosa cronica superficiale è una patologia a genesi multifattoriale che comporta un’alterazione emodinamica del sistema venoso con conseguente ipertensione venosa distrettuale responsabile della molteplicità delle manifestazioni cliniche. L’OMS definisce come varice ogni dilatazione sacculare di segmenti venosi divenuti tortuosi, comprendendo così i tre aspetti morfologici dell’ectasia, dell’allungamento e della flessuosità.
FATTORI DI RISCHIO
QUADRO CLINICO
ARTERIOPATIA DIABETICA

Nei paesi industrializzati il diabete rappresenta la causa principale di ospedalizzazione per patologie riguardanti il piede e, dopo i traumi, il principale responsabile eziologico di amputazione. Concorrono all’insorgenza del piede diabetico essenzialmente due condizioni coesistenti: la neuropatia diabetica e l’arteriopatia ostruttiva cronica periferica (AOCP), che aumenta il rischio di amputazione maggiore data anche la concomitante localizzazione distale delle lesioni aterosclerotiche frequentemente calcifiche. Il quadro clinico è caratterizzato da lesioni trofiche ulcerative che non guariscono a causa dell’ipoperfusione sanguigna e che molto spesso insorgono dopo banali ferite di cui il paziente non si è accorto a causa della ridotta sensibilità (neuropatia diabetica), ad esempio graffi di animali domestici, punture d’insetti, piccoli traumi.